Con i termini “Squirting” (dall’inglese “to squirt”: “spruzzare”) ed “eiaculazione femminile” ci si riferisce all’espulsione di fluido dalla vagina durante l’orgasmo.
Lo squirting è un fenomeno complesso e ancora non del tutto chiaro, che coinvolge anche le secrezioni della ghiandola di Skene. Questa ghiandola viene definita la “prostata femminile”, dato che funziona in modo simile a quello della prostata maschile. Anche per questo motivo, lo squirting viene identificato come l’eiaculazione delle donne.
Ad oggi, non si conoscono tutti i dettagli di questo fenomeno: abbiamo solo un’idea generale del suo funzionamento. Vediamo allora di scoprire cosa sappiamo con certezza e cos’è solo un mito da sfatare.
Diversi studi dimostrano che c’è una differenza sostanziale tra: squirting, eiaculazione femminile e incontinenza coitale (l’incontinenza durante il sesso). Eppure, nel linguaggio quotidiano usiamo il termine squirting per descrivere tutti e tre i fenomeni.
Tutti e tre i fenomeni coinvolgono il fluido proveniente dalla vescica durante il sesso. Qual è però la differenza tra un orgasmo con squirting, l’eiaculazione femminile e l’incontinenza sessuale?
Ciascuna donna ha una diversa esperienza con lo squirting. Esistono metodi più efficaci di altri per far squirtare le donne; ciononostante, non esiste un metodo comprovato che permetta a chiunque di ottenere questo risultato.
Ogni vagina è diversa. In alcune vagine non ci sono nemmeno le ghiandole di Skene, quelle che producono il fluido rilasciato durante l’orgasmo: in casi del genere, squirtare è impossibile. Per non parlare della quantità di liquido schizzata.
Quando pensiamo allo squirting, visualizziamo un getto d’acqua prorompente, che inzuppa il letto in pochi secondi. Eppure, squirtare non significa sempre produrre così tanto liquido. A volte si tratta solo di un piccolo flusso che fuoriesce senza nemmeno troppa potenza. Squirtare a volumi diversi è del tutto normale durante il sesso, sempre che si riesca a vivere questa esperienza.
Un altro falso mito che tutti danno per scontato e trattano come una verità accertata è il binomio: squirting = orgasmo. Non sempre è così. Alcune persone possono squirtare prima o dopo l’orgasmo vero e proprio, mantenendo così distinti i due eventi.
Dato che non è chiaro cosa sia esattamente lo squirting, è difficile anche quantificare quante donne riescano a farlo e quante no. Una cosa è chiara, però: non è detto che tutte le donne riescano a squirtare né che lo riescano a fare sempre.
Una metanalisi del 2013 analizza gli studi riguardanti eiaculazione femminile e incontinenza coitale. Facendotela breve, pare che eiaculazione femminile vera e propria sia piuttosto rara: i casi accertati si attestano sul 10% delle donne intervistate.
Da cosa dipende se una donna riuscirà a squirtare oppure no? Da quello che ne sappiamo, molto dipende dalla configurazione fisica della singola persona, dal grado di eccitazione, nonché dal periodo del mese e dagli sbalzi ormonali del momento. Insomma, è un insieme di fattori, cui si somma ovviamente il tipo di stimolazione.
Tienilo a mente e fallo presente anche alla partner, perché l’ansia da prestazione è uno dei più grandi nemici dello squirting e del sesso in generale. Il modo migliore per far squirtare una donna, ammesso che lo possa fare, è evitare di metterci troppo il cuore e pensare prima di tutto a divertirvi.
Come si suol dire, “se son rose…”
L’eccitazione è la chiave di tutto: puoi essere un mago con le dita, ma non otterrai mai niente, se lei non è eccitata. Prima di fare qualsiasi tentativo, quindi accertati che la partner sia rilassata ed eccitata. Magari inizia con altri tipi di stimolazione, come il sesso orale o un ditalino classico.
Una volta che l’atmosfera si è scaldata, procedi così.
Molte persone credono che i lubrificanti siano esclusiva di chi non riesce a far eccitare una donna: falso. Prima di tutto, ci sono moltissimi fattori che riducono la lubrificazione, oltre che un partner un po’ imbranato: farmaci, sbalzi ormonali, stress, invecchiamento, periodo del mese… In secondo luogo, un aiutino non fa mai male.
Se vuoi andare sul sicuro e rendere la stimolazione ancora più piacevole, aiutati con un po’ di lubrificante a base d’acqua. Spalmane un po’ sull’imboccatura della vagina e un po’ sulle dita che hai intenzione di usare: renderà il tuo tocco ancora più fluido e intenso.
Cerchi qualcosa di “piccante”? Usa un lubrificante riscaldante, che stimoli la circolazione sanguigna e renda i genitali più sensibili. Ne trovi tantissimi in commercio: c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Il punto G non è un vero e proprio punto, ma piuttosto un’area più sensibile del resto della vagina. Niente pulsanti magici da premere, quindi.
Il nostro amico “punto” si trova pressapoco a 5 cm dall’apertura della vagina, quindi a portata di quasi tutti i peni e di tutte le dita. Per trovarlo ti basta tastare la parete anteriore del canale vaginale, quella che dà verso l’addome, puntando i polpastrelli in direzione dell’ombelico della partner.
Da quanto ne sappiamo, il punto G dovrebbe essere costituito dalle braccia del clitoride che avvolgono la vagina. Si riconosce perché è sporgente e ha una consistenza più spugnosa rispetto al resto della vagina.
Una volta trovato il “punto” G, è ora di stimolarlo. Data la posizione, il modo migliore per farlo è usare uno strumento curvo: possono essere le tue dita, ma anche un dildo o un vibratore. L’importante è che la punta guardi verso l’alto, così da premere contro l’area che ci interessa.
Oltre al classico movimento dentro-fuori, applica anche movimenti circolari inframezzati con picchiettii contro il punto G. Al bisogno, non esitare ad aggiungere lubrificante.
Per sfruttare al meglio la pressione interna delle tue dita o del vibratore, applica anche un po’ di pressione esterna: premi il palmo aperto della mano contro il monte di venere, così da spingere le pareti verso il basso.
La pressione esterna è anche un’occasione per stimolare il clitoride. In questo caso, ricorda di aggiungere un goccio di lubrificante per non fare attrito.
La partner può collaborare in questi modi:
Il sesso deve essere sempre un’esperienza piacevole per entrambi i partner, non una gara a chi fa cose più estreme.
Quando scappa la pipì, significa che ci siamo quasi: il senso di urgenza è infatti causato dalla contrazione dei muscoli del pavimento pelvico. Inoltre, lo squirting esce dall’uretra e non dalla vagina: è normale che la sensazione ricordi un po’ quella della pipì.
Purtroppo, la paura di pisciare addosso al partner inibisce molte persone. Insieme all’ansia da prestazione, è forse il nemico peggiore dello squirting. Se hai intenzione di provare questa pratica, quindi, prepara un bel telo e rassicura la partner. Dopodiché, divertiti!
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